Le emozioni sono le spezie della vita, capaci di colorare uno stesso evento di tinte e sfumature assolutamente individuali e personali. Eppure, nella nostra società, sono anche un grande tabù.
Un bambino piccolo è totale e spontaneo nelle sue manifestazioni emotive. Poi, crescendo, impara a distaccarsi dalle emozioni, a considerarne alcune “buone” ed altre “cattive”, a spostare l’energia dal corpo alla mente; si impara a reprimere e a soffocare in nome di efficienza e razionalità.
Il fatto è che un’emozione repressa non smette per questo di esistere. Al contrario, si trasferisce ad un livello inconscio dal quale continua ad agire, prendendo sempre più potere sulla nostra vita e sul nostro comportamento, trasformandosi in malattia o in tensione cronica, limitando il nostro agire e la nostra vitalità. Per questo si dice che “quello che trattieni ti trattiene”.
Se trattieni rabbia dentro di te, incomincerai ad evitare situazioni o persone che ti possano ri-stimolare il sentimento; bloccherai questa energia a livello fisico, creando tensione, ad esempio alla mascella o alle spalle; somatizzerai l’emozione nel corpo procurandoti gastrite, ulcera, costipazione… in breve, ti ritroverai ben presto limitato in una prigione che tu stesso hai creato.
Se provi difficoltà nel riconoscere o esprimere una particolare emozione, la qualità della tua vita ne risente. Una buona parte della tua energia vitale verrà impiegata nella repressone e nel controllo. Il tuo spazio vitale sarà limitato, perché sarai costretto a fuggire da alcune realtà, incapace di accettarle. La tua persona non sarà un’unità integrata, bensì scissa, in conflitto.
Nella mia esperienza, essere padroni di un’emozione significa che:
So riconoscere l’emozione che provo (dare un nome all’emozione)
Sono capace di esprimere l’emozione che provo (dare voce all’emozione)
Sono in grado di scegliere consapevolmente se esprimere l’emozione nel momento presente o fare qualcosa dopo ( in quest’ultimo caso so cosa fare dopo) (essere testimoni dell’emozione).
Ogni emozione contiene in sé un grosso potenziale energetico che possiamo imparare ad utilizzare positivamente. L’accettazione è il primo passo verso la trasformazione creativa di quegli aspetti di noi che non ci piacciono o consideriamo negativi. E l’accettazione non può prescindere dal sentire e dall’esprimere.