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Novità e approfondimenti

Imparare a voler bene a se stessi

  • Dakshina
  • 04.11.2020
  • Articoli

Mai sentito parlare di “metta”?

Nell’antica lingua indiana Pali questa parola ha due significati fondamentali: “gentile” e “amico” e viene tradotta con “amorevole gentilezza” ad indicare l’attitudine di chi è in grado di essere amico amorevole di se stesso, anche quando le cose vanno per il verso sbagliato. Una sorta di amore incondizionato e aperto che non ha niente a che vedere con l’auto-indulgenza, piuttosto con l’imparare ad accettare la realtà di come si è nel momento.

Smettere di giudicarsi, colpevolizzarsi, può essere l’inizio di un cambiamento radicale nella nostra vita. Ci permette di non essere travolti da risposte abituali, automatiche e legate alle nostre passate reazioni; di non essere consumati dalla paura e dai meccanismi di difesa ma piuttosto guidati da una percezione chiara ed efficace.

Si può voler bene a se stessi a tanti livelli diversi.

Si può scegliere con la testa di smettere di auto-sabotarsi, di smettere di indulgere in pensieri di auto-commiserazione o condanna, facendo maggiore attenzione al proprio dialogo interno.

C’è un altro livello legato alle scelte che facciamo. Volersi più bene diventa allora mangiare meglio, dormire a sufficienza… insomma, aver più cura di sé. L’amore passa dall’essere un concetto astratto all’essere una realtà visibile.

A un livello più profondo, volersi bene è essere il proprio migliore amico, il proprio amante perfetto – metta. E’ fare il tifo per se stessi, senza narcisismi, ma con una sana consapevolezza del proprio essere un individuo unico con talenti unici. Questa attitudine va a braccetto col prendersi la responsabilità dei propri comportamenti, attitudini, pensieri e parole. E’ saper “dirsi la verità”, essere onesti con se stessi.

Il modo migliore per essere a contatto con la propria verità è fare riferimento al corpo e al sentire, che non ingannano mai. Naturalmente questo richiede la capacità di stare in ascolto, un profondo ascolto di sé che si può sviluppare con semplicità attraverso l’uso della respirazione consapevole (BreathWork).

Infine, se consideriamo le nostre relazioni come lo specchio della relazione con noi stessi, va da sé che volerci più bene si rifletta in una accresciuta tolleranza e flessibilità nei confronti di chi ci sta vicino. Prendersi cura di sé apre le porte ad una maggiore compassione verso gli altri.